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martedì 28 maggio 2013

Trapano e minipimer



Frullatori ad immersione:  Sono sicuramente da preferire quelli che hanno il motore che si separa dal gambo. In questo modo la pulizia è più facile. E’ possibile lavare il gambo nella lavastoviglie, seppure per la migliore riuscita della lama sarebbe meglio lavarlo a mano.
Quando Adriana mi ha telefonato dicendo ”mi presti il tuo trapano?”  sono rimasto stupito.
Ho visto cose sorprendenti, ma fino ad oggi pensavo di non conoscere donne disposte a usare il trapano.
E’ forse l’ultimo ostacolo da superare nell’emancipazione delle donne tra le mura di casa. Anche le più coraggiose di fronte al trapano si arrendono e richiedono l’aiuto di un uomo.
Trattandosi di una cara amica non ho avuto alcuna esitazione, però sono molto geloso dei miei attrezzi e in particolare del mio Bosch, miracolosamente scampato alcuni anni fa al furto in casa.
Le faccio qualche domanda per capire l’utilizzo che conta di farne. 

 
(io) Cosa ci devi fare?
(A) Devo solo appendere un piccolo scomparto per dei libri
(io) OK, domani passo a portartelo, ma hai le punte per forare il muro?
(A) No, va bene se mi presti quella standard
(io) Standard come?
(A) Quella da buco su muro
(io) mmm, e gli stop, ovvero i tasselli, di che tipo sono?
(A) A quelli non avevo pensato, magari ora scendo in ferramenta e me li faccio dare
(io) Mi raccomando guarda che tipo di fissaggio richiede il mobile e la misura che compri deve essere la stessa della punta che userai.
(A) Il mobiletto da appendere ha una predisposizione come il mio dito mignolo, in ferramenta sapranno aiutarmi, senza fare tutte queste domande inutili. Poi mi faccio accompagnare da Marisa, che ha fatto un corso specializzato e mi aiuterà a fare i buchi.
(io) E la livella ce l’hai?
(A) Non mi serve, utilizzo il centimetro di carta di Ikea per misurare la distanza dalla scrivania, sarà molto più facile.


Dopo un paio di giorni mi richiama, mi racconta con orgoglio che ha fatto tutto senza alcuna difficoltà e che per dare un tocco di originalità e spezzare la linearità della stanza ha montato il mobiletto un po’ storto! Passerà in serata a riportare il trapano.
Al suo arrivo torna a stupirmi, come solo lei riesce a fare: 


(A) Ecco il tuo trapano, lo ho anche asciugato prima di riportarlo!
(io) Asciugato? Cosa vuoi dire?
(A) Ho lavato la punta e la parte finale dell’attrezzo, senza smontare la punta visto che la avevi stretta così forte; era tutto così sporco e polveroso quando lo hai portato, ora sembra nuovo! Se non ci fossimo noi donne!

giovedì 23 maggio 2013

Grazie Gallo

Così anche Don Gallo ci ha lasciati, indicandoci senza alcun dubbio la via da seguire, insieme "agli ultimi". 
Ora da lassù ci guarda sorridendo, con il sigaro in bocca, sottobraccio all'amico De Andrè.

 

Ho cominciato a conoscerlo da pochi anni, leggendo qualche trafiletto che parlava di lui per le sue posizioni nette e per le sue aperture su molti temi scottanti; di recente ho seguito una sua intervista in TV da Fazio, su CHE TEMPO CHE FA, e ne sono rimasto affascinato: lui trasmetteva le sue idee, l'entusiasmo e un amore per gli altri con un messaggio che ti restava dentro per sempre.

Parlava di uomini e di ingiustizie, quasi mai di fede o di religione, della vita di tutti i giorni vicino ai bisognosi e agli emarginati; al termine del suo dialogo magari dimenticavi qualche parola ma la sensazione che restava era quella di aver ascoltato un prete più prete e sacerdote di quanti tu ne avessi mai incontrati.

Grazie ancora!

giovedì 16 maggio 2013

A scuola di tango



"Ueee ciccini metteteci un po’ di sentimento! State ballando con la partner che avete scelto per la vostra vita, mica con un manichino del centro commerciale!
E lei, architetto, al passo 6 deve inficcare la gamba sinistra con delicatezza quando la signora apre, non riempia di calci sua moglie!"

Riccardo, il nostro insegnante di tango argentino, vorrebbe avere a che fare con un gruppo di giovani entusiasti e capaci ma si deve accontentare di una decina di coppie attempate, un po’ distratte e con qualche problema articolare.

Continua a strigliarci, ci ricorda con allusioni, ammiccamenti, doppi sensi che in questo ballo i ruoli sono assolutamente definiti.
L’uomo fa l’uomo, la donna fa la donna.
L’uomo è quello che conduce, il dominatore, il sole che illumina, il capitano della nave, il capo indiscusso. Sempre!

E’ il mio turno ad essere interrogato; sono stato assente per un paio di lezioni e quindi mi prende di mira e mi sprona davanti a tutti invitandomi a ripetere la sequenza di figure da eseguire; prontamente dico
   passo base,
   ocho atras,
   ocho adelante,
   vienna cross,

... esito un momento, non ricordo la successiva figura, gli spiego che in questi casi bisbiglio una domanda alla mia fidanzata che ha buona memoria e così ci accordiamo sul seguito. 

La mia risposta lo manda su tutte le furie!
“Non devi mai chiedere consiglio alla tua donna, sono mesi che ve lo ripeto! Se non ricordi i passi meglio sbagliare ! E’ l’uomo quello che comanda, che attira la donna verso di sé, che la respinge, che la piega, che la fa volteggiare, che la getta a terra.
La donna si deve limitare a seguire i tuoi passi, i tuoi movimenti. Solo seguire e farsi guidare”.

Poi si rivolge  a lei  e con fare scontroso le dice “Hai capito anche tu? Non ti azzardare più a suggerire! Muta devi stare!”

Sorridendo Riccardo conclude “almeno per un’ora e mezza a settimana comandiamo noi uomini, poi se abbiamo esagerato loro hanno tutto il tempo per purgarci a dovere!”