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giovedì 16 maggio 2013

A scuola di tango



"Ueee ciccini metteteci un po’ di sentimento! State ballando con la partner che avete scelto per la vostra vita, mica con un manichino del centro commerciale!
E lei, architetto, al passo 6 deve inficcare la gamba sinistra con delicatezza quando la signora apre, non riempia di calci sua moglie!"

Riccardo, il nostro insegnante di tango argentino, vorrebbe avere a che fare con un gruppo di giovani entusiasti e capaci ma si deve accontentare di una decina di coppie attempate, un po’ distratte e con qualche problema articolare.

Continua a strigliarci, ci ricorda con allusioni, ammiccamenti, doppi sensi che in questo ballo i ruoli sono assolutamente definiti.
L’uomo fa l’uomo, la donna fa la donna.
L’uomo è quello che conduce, il dominatore, il sole che illumina, il capitano della nave, il capo indiscusso. Sempre!

E’ il mio turno ad essere interrogato; sono stato assente per un paio di lezioni e quindi mi prende di mira e mi sprona davanti a tutti invitandomi a ripetere la sequenza di figure da eseguire; prontamente dico
   passo base,
   ocho atras,
   ocho adelante,
   vienna cross,

... esito un momento, non ricordo la successiva figura, gli spiego che in questi casi bisbiglio una domanda alla mia fidanzata che ha buona memoria e così ci accordiamo sul seguito. 

La mia risposta lo manda su tutte le furie!
“Non devi mai chiedere consiglio alla tua donna, sono mesi che ve lo ripeto! Se non ricordi i passi meglio sbagliare ! E’ l’uomo quello che comanda, che attira la donna verso di sé, che la respinge, che la piega, che la fa volteggiare, che la getta a terra.
La donna si deve limitare a seguire i tuoi passi, i tuoi movimenti. Solo seguire e farsi guidare”.

Poi si rivolge  a lei  e con fare scontroso le dice “Hai capito anche tu? Non ti azzardare più a suggerire! Muta devi stare!”

Sorridendo Riccardo conclude “almeno per un’ora e mezza a settimana comandiamo noi uomini, poi se abbiamo esagerato loro hanno tutto il tempo per purgarci a dovere!”