Suor Daniela, giovane maestra
della terza elementare della scuola elementare S. Maria, è di carattere
dolce, gentile, premurosa; ha iniziato ad insegnare pochi anni fa e sopperisce
alla sua inesperienza con tanta voglia di lavorare, desidera migliorare la
sensibilità e la preparazione dei suoi studenti.
Il filo conduttore sul quale sta impegnandosi
da qualche giorno con la classe di ben 25 alunni è l’importanza di far emergere e valorizzare l’individualità di
ciascuno, di non seguire il branco, abituando ogni bambino ad effettuare delle
scelte e crescere come individuo.
Le attività che già svolgono li
aiuteranno in tal senso, come la
rappresentazione teatrale di fine anno che si avvale del contributo e della
creatività di ognuno di loro; i più bravi a disegnare preparano i cartelloni
per la scenografia, alcuni cantano nel coro, altri cercano di imparare a
memoria le frasi da utilizzare nella recita di fine anno.
Oggi, durante l’intervallo pranzo,
i bambini recuperano un po’ di autonomia distraendosi dalle lezioni; mentre
improvvisano una partita a pallone con una palla mezza sgonfia nel piazzale
antistante la classe, le bambine saltano la corda e usano le altalene; lei li
osserva da lontano, si riposa un momento; è vero però che ogni tanto deve
intervenire per aiutarli a indirizzare i loro comportamenti; se una bambina si
unisse ai ragazzi e volesse giocare a
pallone, o se un bambino desiderasse saltare con la corda, le energie giovanili
sarebbero canalizzate nella direzione sbagliata, l’identità emergente
risulterebbe confusa, non sarebbe costruttivo nella crescita dell’individuo.
Questo può essere un argomento
interessante da approfondire in classe .… comportarsi coerentemente con il
proprio sesso, crescere in armonia, si
lo proporrà appena sembreranno ricettivi.
Marco è stato iscritto in questo
istituto dai genitori che lavorano entrambi, non avendo avuto accesso alle
classi a tempo pieno nella scuola pubblica.
Ad 8 anni è molto capace, ha una
mente sveglia e ricettiva, riesce a comprendere facilmente quanto spiega l’insegnante;
mentre gli altri personaggi non sono stati ancora individuati, a lui è stata assegnata
una parte importante nella recita, visto che in due settimane è riuscito a memorizzare
senza sforzo le 34 frasi del protagonista; spesso fa anche da suggeritore dal
retro del palcoscenico perché ricorda anche gran parte delle battute degli altri
interpreti.
Tornati in classe Suor Daniela ricerca
la attenzione, rivolgendosi a tutti dice:
“Ragazzi, ricordate sempre che è importante fare e dire
quello che pensate sia giusto, non lasciatevi condizionare dagli altri”.
Marco alza la mano, le vuole
raccontare di una cosa che sta tenendo dentro di se da un paio di giorni.
“Suor Daniela, a proposito di farsi condizionare, a me non piace
giocare al colpetto con gli altri .. come maschio debbo proprio farlo?”
Lei sorride, contenta che
qualcuno abbia raccolto il suo invito a confrontarsi, gli chiede con interesse
…
“Bene, cos’è il colpetto, Marco?”
“Be’, durante la ricreazione, mentre le femmine guardano e si
divertono, Matteo ha iniziato a fare questo gioco … a turno uno di noi deve
saltare indietro mentre l’altro gli dà una botta sul pisello. Non è che mi
piace questo gioco, poi perdo sempre!!”
“Non capisco cosa stai dicendo Marco, risponde lei con una
espressione incredula e preoccupata”.
“Non hai mai visto nessuno giocare al colpetto? Cosa è che
non capisci, è molto semplice ... come lo chiamate il pisello, voi suore? Allora ti spiego meglio, se ti fanno una finta
e salti indietro per evitare il colpetto, perdi perché non ti devi muovere per
le finte; però se non salti in tempo quando l’altro ti dà il colpetto con la
mano piegata ti prendi una botta davanti e fa male”.
Tutte le femminucce ridono, i
bambini si guardano con imbarazzo e temono una punizione, l’insegnante arrossisce e non sa cosa dire.
Nella sua preparazione nessuno le
aveva mai parlato di questi stupidi giochi tra maschietti. Ma sa che una buona educatrice
deve dare delle risposte certe, lei è brava ad improvvisare ..
“Hai fatto bene a dirmelo Marco, voglio farmi consigliare dalla Madre
Superiora e dal consiglio di classe per cercare altri giochi un po’ più
interessanti che vi coinvolgano ... per ora evitate di continuare con questo gioco,
anzi non dovete più farlo; domani giocherete
a ruba bandiera”.
(1997)
(1997)