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lunedì 9 luglio 2012

A casa di Pino


Una amica del gruppo over50 mi parla di Pino; la sua villa con giardino, in una via dei Parioli,  è aperta per dibattiti a tema tutti i sabato sera, una specie di Speakers’ Corner romano.
E’ praticamente sicuro che ne usciremo con nuove amicizie!
Ci presentiamo in quattro all’evento della prima settimana di agosto, sappiamo che i gruppi non sono ben visti perché il confronto con gli altri deve mettere al centro l’individuo, quindi faremo finta di non conoscerci.
La buona educazione richiede che si porti qualcosa da mangiare, tramezzini, bevande analcoliche, pizza, pasticcini. Il padrone di casa mette a disposizione l’ambiente e garantisce il regolare svolgimento dell’evento facendo da moderatore nella discussione.
All’ora di inizio siamo una ventina di persone, di tutte le età, con una leggera prevalenza di donne.
I partecipanti propongono diversi temi sull’incontro e la conoscenza degli altri, scegliamo a maggioranza di parlare delle “aspettative”.

Un tipo barbuto, con la giacca bisunta, comincia a illustrare i comportamenti e condizionamenti dell’uomo dell’antica Grecia; alcuni partecipanti alzano gli occhi al cielo, forse hanno già sentito in precedenti occasioni i riferimenti ai greci e ne hanno le scatole piene.

Dopo 5 minuti Pino ringrazia il “professore” e passa la parola a Rosa, una delle amiche con cui sono arrivato; ci racconta del suo spasimante che incontra tutti i mercoledì, lui le ha detto che è l’unico giorno che può dedicarle senza che lo sappia la moglie; Rosa è tormentata, vorrebbe un rapporto diverso e non riesce né a farglielo capire né a distaccarsene.

Massimiliano, un quarantenne con un completo nero dal look elegante e ricercato,  inizia ad affrontare il tema proposto da una prospettiva insolita; sostiene che oggi è il genere femminile a condizionare ogni aspetto sociale, andando regolarmente a sopraffare l’individuo di sesso maschile.
Ci pone interrogativi su quella forza oscura e occulta che paralizza psicologicamente gli uomini impedendo loro  di prendere consapevolezza della loro condizione di subalternità al “femminile” nell’attuale contesto storico e sociale.

Alcune delle donne che lo ascoltano si dimostrano visibilmente infastidite, gli dicono che sta “sparando cazzate”, ricordano fatti di cronaca recenti nei quali è evidente il machismo e la discriminazione delle donne.

Il padrone di casa ha qualche difficoltà a calmare gli animi, cerca di riportare la conversazione sull’argomento principale, evitando eclatanti divagazioni.

E’ il mio turno, non so cosa dire, non sono mai stato un filosofo né un grande oratore; a differenza di altri non parlo per sentire l’eco della mia voce, né per convincere qualcuno delle mie opinioni;  lascio affiorare i pensieri sul tema e racconto di un recente viaggio di 150 km, col traffico e col caldo torrido, per raggiungere Sara nella località dove si trova in vacanza e portarla a cena in riva al mare; quando ci sediamo e iniziamo a mangiare lei mi rimprovera per non averle riempito il bicchiere, di non aver notato il suo nuovo taglio di capelli. Concludo il mio racconto e le esternazioni dei miei pensieri con la frase di Troisi  “pensavo fosse amore, invece era un calesse”.

Si susseguono altri interventi e dopo un paio d’ore terminiamo questa fase; ci dedichiamo prima al buffet poi  alla successiva fase di  confronto a gruppi ristretti e socializzazione.

Massimiliano si avvicina a Rosa, le dice che comprende molto bene il suo disagio, vorrebbe esserle vicino; non vede in lei una donna prevaricatrice, ma un animo gentile.

Mi raggiunge una signora quarantenne, un po’ cicciottella e sorridente; commenta il mio racconto dicendomi che certamente “lei” non ricambiava il mio sentimento profondo; sostiene che queste cose sono all’ordine del giorno, ne ha viste e vissute tante di situazioni simili .. non capisco bene se ci sta provando, vuole apparire interessante e comprensiva, forse dovrei dirle qualcosa di intelligente e spiritoso.
Dopo dieci minuti di sguardi e sorrisi mi lascia il suo recapito telefonico, spera di rivedermi presto, mi dice di chiamarla giovedì!

La saluto con entusiasmo e mi allontano, poi guardo il biglietto che mi ha lasciato:

Dottoressa xxxx xxxxx     telefono: 333 xxxxxxx
Psicoterapeuta a orientamento cognitivo comportamentale
Riceve per appuntamento tutti i giovedì presso il suo studio di Via xxxx a Roma


 Che delusione stasera da Pino!