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domenica 3 giugno 2012

Un luogo speciale

Cara Teresa, come sai sto passando un periodaccio, dopo tanti anni di serenità sembra che il mondo mi stia crollando addosso e sono impreparato … mio padre ci ha appena lasciati e il mio matrimonio si sta esaurendo senza possibilità di recupero.
Mi sento solo, alla ricerca di punti fermi che mi aiutino a rialzarmi; cerco di ripercorrere itinerari già esplorati, di trovare qualche certezza, provo a visitare luoghi che hanno avuto un significato nella mia vita, ad assaporare dei cibi che mi diano un appagamento;  qualche giorno fa sono andato da McDonald e ho mangiato 3 porzioni di patatine fritte, come facevo da ragazzo. Ho anche provato senza successo ad affogare la mia tristezza nell’alcool, non ho trovato alcun sollievo nella confusione che mi abbracciava.
Ieri sono tornato a visitare il  santuario di S. Francesco; ci andavo frequentemente da bambino, con mio nonno, con mia zia, con i miei genitori e con i ragazzi  del paese.  Dalla balconata puoi vedere l’intera vallata del Reatino con i suoi colori e sentire il sussurrare della montagna alle tue spalle, il fruscio del vento, l’odore del bosco che ti avvolge e ti rapisce.
Con gli altri bambini ci sedevamo sul davanzale e ci immaginavamo principi, condottieri, decidevamo chi nominare conte o barone e come andavano divisi tra i nostri fedeli sudditi i vari appezzamenti  terrieri che osservavamo da lontano. A me interessava la montagna, era lì che avrei fatto costruire una roccaforte inespugnabile.
Immerso nei ricordi continuo a vagare nel labirinto del Santuario;  rivedo luoghi ed immagini che ho già visitato tante altre volte, ricordo persone e frammenti di conversazioni passate, mi  soffermo in diversi punti, vicino alla raccolta dei presepi, nella chiesa moderna, nella antica grotta dove un affresco del 1500 rievoca  il primo presepe.
Improvvisamente, come se guardassi per la prima volta, vengo affascinato dalla somiglianza tra uno dei personaggi  nel dipinto e quello che io ero circa 20 anni fa!  Ti assicuro che non sono mai stato una persona suggestionabile, la somiglianza non è solo nei lineamenti ma anche nell'espressione!
Rimango a sedere a lungo, osservo i dettagli più insignificanti, leggo negli sguardi, cerco di interpretare le espressioni e le interazioni dei vari personaggi; il tempo si srotola dentro di me in modo inconsueto, mi sento parte dell’immagine; dopo pochi minuti o forse qualche ora mi  accorgo che “lui” è  fuori posto:  è l'unico che non guarda verso la natività, sembra dire "io sono qui per un motivo diverso, possibile che mi noti solo adesso?”, oppure "mi sono distratto anche se questa è una cosa meravigliosa".
Ritorno lentamente nel mondo razionale, non sono uno studioso di arte sacra ma ora ho un occhio attento; sicuramente l'artista ha inserito quel personaggio in modo difforme dagli altri per un motivo preciso. “Lui” sembra essere il portatore di un messaggio per me, un messaggio che oggi non comprendo ma che mi dà nuovo interesse, ha catturato la mia attenzione annullando per un momento le mie sofferenze … tornerò e continuerò a visitare questo luogo, forse un giorno capirò. 
(2007)