Cara Teresa, come sai sto
passando un periodaccio, dopo tanti anni di serenità sembra che il mondo mi
stia crollando addosso e sono impreparato … mio padre ci ha appena lasciati e
il mio matrimonio si sta esaurendo senza possibilità di recupero.
Mi sento solo, alla ricerca di
punti fermi che mi aiutino a rialzarmi; cerco di ripercorrere itinerari già
esplorati, di trovare qualche certezza, provo a visitare luoghi che hanno avuto
un significato nella mia vita, ad assaporare dei cibi che mi diano un
appagamento; qualche giorno fa sono
andato da McDonald e ho mangiato 3 porzioni di patatine fritte, come facevo da
ragazzo. Ho anche provato senza successo ad affogare la mia tristezza
nell’alcool, non ho trovato alcun sollievo nella confusione che mi abbracciava.
Ieri sono tornato a visitare
il santuario di S. Francesco; ci andavo
frequentemente da bambino, con mio nonno, con mia zia, con i miei genitori e con
i ragazzi del paese. Dalla balconata puoi vedere l’intera vallata
del Reatino con i suoi colori e sentire il sussurrare della montagna alle tue
spalle, il fruscio del vento, l’odore del bosco che ti avvolge e ti rapisce.
Con gli altri bambini ci sedevamo
sul davanzale e ci immaginavamo principi, condottieri, decidevamo chi nominare
conte o barone e come andavano divisi tra i nostri fedeli sudditi i vari
appezzamenti terrieri che osservavamo da
lontano. A me interessava la montagna, era lì che avrei fatto costruire una
roccaforte inespugnabile.
Immerso nei ricordi continuo a
vagare nel labirinto del Santuario; rivedo
luoghi ed immagini che ho già visitato tante altre volte, ricordo persone e
frammenti di conversazioni passate, mi
soffermo in diversi punti, vicino alla raccolta dei presepi, nella
chiesa moderna, nella antica grotta dove un affresco del 1500 rievoca il primo presepe.
Improvvisamente, come se
guardassi per la prima volta, vengo affascinato dalla somiglianza tra uno dei
personaggi nel dipinto e quello che io ero
circa 20 anni fa! Ti assicuro che non
sono mai stato una persona suggestionabile, la somiglianza non è solo nei
lineamenti ma anche nell'espressione!
Rimango a sedere a lungo, osservo
i dettagli più insignificanti, leggo negli sguardi, cerco di interpretare le
espressioni e le interazioni dei vari personaggi; il tempo si srotola dentro di
me in modo inconsueto, mi sento parte dell’immagine; dopo pochi minuti o forse
qualche ora mi accorgo che “lui” è fuori posto: è l'unico che non guarda verso la natività,
sembra dire "io sono qui per un motivo diverso, possibile che mi noti solo
adesso?”, oppure "mi sono distratto anche se questa è una cosa
meravigliosa".
Ritorno lentamente nel mondo
razionale, non sono uno studioso di arte sacra ma ora ho un occhio attento; sicuramente
l'artista ha inserito quel personaggio in modo difforme dagli altri per un
motivo preciso. “Lui” sembra essere
il portatore di un messaggio per me, un messaggio che oggi non comprendo ma che
mi dà nuovo interesse, ha catturato la mia attenzione annullando per un momento
le mie sofferenze … tornerò e continuerò a visitare questo luogo, forse un
giorno capirò.
(2007)